L’esercizio di una professione richiede una particolare attenzione agli aspetti etico-deontologici nonché il rispetto delle norme vigenti. In effetti questi argomenti sono oggetto di ore di lezione, corsi di aggiornamenti, supervisioni e condivisioni tra pari.
Esiste però, in una materia di studio così vasta e complessa, un aspetto che riguarda la persona che si definisce naturopata ovvero: quali sono le vere spinte che motivano la ricerca verso queste conoscenze? Eh sì, perché alla base c’è sempre qualcosa di personale.
Nel mio caso la risposta è articolata ma non complessa.
Ho visto con i miei occhi l’effetto della medicina tradizionale cinese sui miei cari, ho avuto una madre che ha sempre coltivato la conoscenza basata sull’osservazione e non sul dogmatismo, ho sentito la curiosità verso l’essere umano come unità nell’insieme e complessità nella sua unicità.
Se qualche lettore mi ha già incontrato, facilmente si sarà sentito chiedere di raccontare prima ciò che stava vivendo, la sua complessità di vita, il suo posto nel mondo è soltanto successivamente mi sono concentrato sulla raccolta dei dati più tipici della naturopatia.
Il fine ultimo è sempre quello di aumentare la capacità di mantenere efficienti e coordinati tra loro i sistemi biologici.
Il modello che sta alla base è quello PNEI (psico-immuno-neuro-endocrinologico) integrato ad altri a seconda dei rimedi utilizzati.
Per quanto questo modo di esercitare non possa essere considerato né l’unico né una panacea, esso offre spesso trasformazioni molto significative e durature oltre a una maggiore consapevolezza e padronanza di sè.
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I fiori di Bach sono rimedi naturopatici?
Ciao Elena.
Gli effetti descritti dal Dr E.Bach si collocano tra il corpo fisico e i piani più sottili sino al corpo dell’io sede dell’autocoscienza. In questo contesto il termine “coscienza” è inteso come uno strumento di comprensione delle leggi spirituali alla base dell’evoluzione dell’anima del singolo individuo.
Alcuni studiosi di tali rimedi sottolineano la capacità di modificare disturbi fisici con l’applicazione locale (Orozco). Sarebbe difficile parlare di un cammino spirituale come quello citato sopra con questo tipo di somministrazione. Tuttavia ogni cellula è strettamente collegata con le altre e con l’ambiente circostante e anche un disturbo locale può rappresentare il “Blocco” che l’essenza può curare. In tal caso La sua azione si esplicherà contemporaneamente a più livelli. Lo stesso Bach parlava di rappresentazione fisica del disturbo “spirituale”. Un’ultima precisazione: la coscienza non coincide con il concetto di mente ed emozioni come le intende la psicologia. La selezione dell’essenza va effettuata alla luce delle leggi spirituali poiché è in quella cornice culturale che il dott E. Bach le identificò e ne studiò gli effetti.